Gente generosa, altruista, i ciclisti sprezzano il pericolo, non temono pioggia e grandine e vento! La pioggia lava via i loro pensieri tristi e la loro stanchezza, il vento contrario tempra il loro animo e le loro membra, il vento in poppa li aiuta su per i cavalcavia cittadini – colossi in salita messi lì quasi a sfidarli, con all’imbocco minacciose scritte “percorso rock!” e “vietato ai ciclisti!”
I ciclisti vivono in simbiosi con gli elementi naturali, ne conoscono il respiro! I ciclisti, gente dai bassi salari ma dalle alte speranze, dal portafoglio vuoto ma dalla mente piena di ideali! Hanno piccoli e fragili mezzi, ma un grande carattere ed un enorme cuore!
I ciclisti sono consapevoli delle sfide e dei problemi del presente, sanno che non c’è limite al peggio…ma neppure al MEGLIO!!!
I ciclisti non si preoccupano dell’apparenza, sono così come li vedi, DURI E PURI, talvolta un po’ sudati ma BELLI (e mai puzzolenti…o per lo meno, sicuramente molto meno del gas di scarico)!
I ciclisti non hanno paura del diverso, perché anche LORO SONO DIVERSI!
Non temono il cambiamento, lo ANTICIPANO!
I ciclisti sono i veri CITTADINI DEL TERZO MILLENNIO!!!
VIVA IL POPOLO DEI CICLISTI!
Automobilista, tu che distratto e grigio macini chilometri di asfalto e di solitudine quotidiana, in compagnia forse di una radio che ti riempie le orecchie e cancella i pensieri, non rivolgerti infastidito al ciclista che
attraversa la strada, magari sotto la pioggia, ma fermati e fallo passare, e pensa che potrebbe essere tuo figlio o tuo fratello, e che sta correndo anche per te, sta affrontando le intemperie anche perché tu possa
respirare meno smog, ed anche perché la terra non si trasformi in breve in un’unica pozzanghera, dove oceani mari ghiacciai fiumi siano tutti sciolti insieme e miscelati come nel brodo primordiale, il cui gradevole sapore non è garantito!
Goditi l’attimo di una generosità non richiesta – e non dovuta, se si sta ai segnali stradali -, la soddisfazione di aiutare un più debole che debole in realtà non è, ma ti sarà grato lo stesso del gesto (soprattutto se sta
affrontando la salita)! Gustati la sensazione di sentirti migliore, il sentimento di fraternità che ti rende così umano, e colora il tuo essere da dentro quella gabbia che ti rende, invece, così anonimo. Questa gentilezza me l’ha insegnata il mio ex, tuttora mio angelo custode, che prima di conoscermi non sapeva niente di ecologia, ma ha un master in finezza d’animo.
Ed ora vi racconto cosa ha generato tale moto di sentimenti benevoli verso la splendida categoria cui mi pregio di appartenere, i ciclisti urbani, appunto.
Dovete sapere che ieri, uscita dall’ufficio alle 18 –qualche minuto prima del consueto- ho allungato un po’ la strada del ritorno per andare a procurarmi quanto mi mancava, l’arma invincibile, il sigillo del potere, il mezzo che mi permetterà di evitare, con qualsiasi condizione meteoclimatica, l’ora e mezzo di attesa del bus intrappolato nel traffico: i pantaloni impermeabili di Decathlon, marca B-twin, la stessa che fa delle
ottime bici elettriche. Oltre a quelli mi sono dotata di nuovo kway verde catarifrangente, di custodia impermeabile per contenere la borsa dell’ufficio, sempre verde catarifrangente, di guanti di pile, sempre
verdi ma forse non proprio catarifrangenti: verde dentro, verde fuori!!!
Meno di 40 euro in tutto.
Dotata di questo armamentario mi sono avviata verso l’ufficio stamattina, insieme al mio giovane vicino Carlo, pure lui ingegnere, che condivide lo stesso percorso in bici, e che stasera si sarà lavato, a differenza di me. Nulla faceva in effetti presagire la pioggia, ma la dotazione pesa ed ingombra poco e quindi, mi son detta, perché rischiare di dover prendere l’odioso bus? Non perché sia odioso lui di per sé, poverino, ma perché mi costringe ad una eterna attesa della coincidenza successiva, ed alla rinuncia al corso serale di Andriu per eccessivo ritardo.
Beh insomma, stasera lasciando l’ufficio mi rendo conto che PIOVE!!! Mai sono stata contenta prima di vedere la pioggia –soprattutto di questi tempi-, ma stasera sembrava proprio un invito a nozze!!! Esaltata, mi sono messa ad illustrare e vestire i miei nuovi acquisti di fronte alle 2 Francesche della segreteria, l’una tutta divertita, l’altra un pochino dubbiosa; ed, una volta bardata, ho preso la porta. Mi sentivo come
Achille: invincibile.
Peccato non avessi fatto i conti con il tallone. Appena inforcata la bici e fatto qualche metro, mi rendo conto che la ruota davanti è completamente a terra. Come fosse possibile non so…stamattina era gonfissima!!! Ma non è la prima volta. I cordoli ad ogni incrocio, le buche continue, le finte rampe con veri taglienti spigoli per imboccare la pista ciclabile dalla strada mettono a dura prova i copertoni!
Stavo quasi per chiamare il mio ex di cui sopra, perché mi caricasse la bici in macchina e mi portasse al corso, ed avevo a dire il vero il cellulare già in mano (orrida sarei stata), quando – deus ex machina – mi si affianca un giovane in vespa… “hai bisogno di aiuto?” (non so perché, questa cosa mi ricorda una canzone di Baglioni).
Non credo sia stato ipnotizzato dal mio appeal: è abbastanza improbabile che indovinasse il mio charme sotto 10 cm di cappotto verde di pile rattoppato con sopra il giubbino catarifrangente. Al più può aver pensato che se non ero un uomo potevo essere una donna, e se ero una donna, poteva essere che fossi, come ciclista, anche abbastanza in forma…tutti ragionamenti non sufficienti credo per attrarre il tipo umano di genere maschile categoria “Prime Italian Minister”. Quindi doveva essere un tipo umano di genere maschile ma di categoria differente.
“Eh” rispondo arresa “ho la ruota a terra…niente che si possa rimediare” “Aspetta! Dovrei avere una schiuma per gonfiarla…è per la vespa, ed è quasi finita, però forse riusciamo ad usarla lo stesso! Tutto dipende dal tipo di valvola che hai per gonfiare la camera d’aria…fammi vedere!”.
Smonta dalla vespa, la lascia al lato della strada (la trafficatissima via della Provvidenza – nome quantomai adeguato alla situazione) e si mette ad armeggiare dietro alla mia ruota “uhm…no, è troppo piccola” “per
caso hai un coltello?” Dice rialzandosi “ehm…no!” “Già, non è che normalmente uno si porti in borsa coltelli…Aspetta, dovrei averlo io”
E si mette ad aprire un sacchetto da cui estrae uno strano coltellino dalla lama piatta, tipo quello che mia sorella mi ha regalato come bomboniera di nozze, per prendere non so che tipo di formaggio a pasta
molle. Poi prende la bomboletta, e con il coltellino inizia a rompere il tubo dosatore di plastica trasparente. Nelle mie orecchie iniziava a risuonare la colonna sonora di Mc Gyver “TATA TAAAA TATA TAAAA TATA TA TATATATA TA TAAA TAAAA TATATATATATATATATATATATATATATA TATATAAAAAAAAAA” ecc. Poi applica
il tubicino alla valvola e preme la leva della bombola, da cui inizia ad uscire una schiuma bianca “eh, chissà se riusciamo a fare qualcosa! Non so se c’è ancora sufficiente pressione” ed intanto insiste ed insiste a premere, fiducioso. “Sentimi” gli chiedo mentre, poco convinta, seguo i suoi sforzi “ma ti fanno tenerezza i ciclisti sotto la pioggia per caso?” “E’ che sono un ciclista pure io…anche se talvolta, quando piove, prendo la mia amata vespetta: ho una passione per la vespa!” “Ah, beh dai, almeno ci provi ad usarla, la bici!” “nono, normalmente uso la bici…per questo penso che, se mi trovassi in queste condizioni, mi farebbe piacere che qualcuno si fermasse… [ndr: il fondamento della civiltà!!!] …sono anche attrezzatissimo, ho una bici iper-leggera, molto buona in effetti, e tutto il necessario per usarla…tu, non hai nemmeno una pompa?” “ehm…no, veramente…”Dopo 15 minuti circa di amabile conversazione, lì ai lati del traffico e
sotto la pioggia, la ruota era sufficientemente gonfia per pensare di usarla senza rovinare il cerchione! Ho ringraziato Fabio, così si chiama, ed ho inforcato contenta la mia fedele citybike, con la speranza di incrociarlo altre volte lungo il tragitto, e forse anche no: questo evento così compiuto è talmente bello, che quasi mi dispiace pensare che si reiteri e che, lui e la vespetta, esistano davvero, e non siano invece una
incarnazione momentanea ed irripetibile, ed in quanto tale perfetta, dell’idea (ideale?) metafisica di umanità.
Prossima tappa post-ufficio: Decathlon, dovrò comprarmi la bomboletta ed una pompa tascabile!!!
Grazie al ragazzo gentile, a tutte le persone come Fabio, questa sera asceso a paradigma, a tutti i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne, i nonni e le nonne, che fanno parte del popolo dei ciclisti, di questa
schiera di persone che vivono e non si lasciano vivere dalla fretta e dal tempo-denaro senza altro, più ricco e profondo, senso.
Pubblicato in chiusura del libro “Il problema di questa città è il traffico” di Marco de Mitri
Scrivi un commento
Powered by Facebook Comments